mi venne con la bocca sanguinosa.
Io l'aspettava ardita, e con la destra
vibrava un dardo. Tu sai ben s'io sono
25 maestra di ferire, e se mai soglio
far colpo in fallo. Or, quando il vidi tanto
vicin, che giusto spazio mi parea
a la percossa, lanciai un dardo, e 'n vano:
ché, colpa di fortuna o pur mia colpa,
30 in vece sua colsi una pianta. Allora
più ingordo incontro ei mi venia; ed io
che 'l vidi sì vicin, che stimai vano
l'uso de l'arco, non avendo altr'armi,
a la fuga ricorsi. Io fuggo, ed egli
35 non resta di seguirmi. Or odi caso:
un vel, ch'aveva involto intorno al crine,
si spiegò in parte, e giva ventilando,
sì ch'ad un ramo avviluppossi. Io sento
che non so chi mi tien e mi ritarda.
40 Io, per la tema del morir, raddoppio
la forza al corso, e d'altra parte il ramo
non cede, e non mi lascia; al fin mi svolgo
del velo, e alquanto de' miei crini ancora
lascio svelti co 'l velo; e cotant'ali
45 m'impennò la paura ai piè fugaci,
ch'ei non mi giunse e salva uscii del bosco.
Poi, tornando al mio albergo, io t'incontrai
tutta turbata, e mi stupii vedendo
stupirti al mio apparir. [DAFNE] Ohimè, tu vivi,
50 altri non già. [SILVIA] Che dici? ti rincresce
forse ch'io viva sia? M'odii tu tanto?
[DAFNE] Mi piace di tua vita, ma mi duole
de l'altrui morte. [SILVIA] E di qual morte intendi?
[DAFNE] De la morte d'Aminta. [SILVIA] Ahi, come è morto?
55 [DAFNE] Il come non so dir, né so dir anco
s'è ver l'effetto; ma per certo il credo.
[SILVIA] Ch'è ciò che tu mi dici? ed a chi rechi
la cagion di sua morte? [DAFNE] A la tua morte.
[SILVIA] Io non t'intendo. [DAFNE] La dura novella
60 de la tua morte, ch'egli udì e credette,
avrà porto al meschino il laccio o 'l ferro
od altra cosa tal che l'avrà ucciso.
[SILVIA] Vano il sospetto in te de la sua morte
sarà, come fu van de la mia morte;
65 ch'ognuno a suo poter salva la vita.
[DAFNE] O Silvia, Silvia, tu non sai né credi
quanto 'l foco d'amor possa in un petto,
che petto sia di carne e non di pietra,
com' è cotesto tuo: ché, se creduto
70 l'avessi, avresti amato chi t'amava
più che le care pupille degli occhi,
più che lo spirto de la vita sua.
Il credo io ben, anzi l'ho visto e sollo:
il vidi, quando tu fuggisti, o fera
75 più che tigre crudel, ed in quel punto,