Scritti letterari Leonardo da Vinci
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ma essa negromanzia, stendardo ovver bandiera volante mossa dal vento, guidatrice della stolta
moltitudine, la quale al continuo è testimonia, collo abbaiamento, d'infiniti effetti di tale arte, e
n'hanno empiuti i libri, affermando che l'incanti e spiriti adoperino e sanza lingua parlino, e sanza
strumenti organici, sanza i quali parlar non si pò, parlino e portino gravissimi pesi, faccino tempe-
stare e piovere, e che li omini si convertino in gatte, lupi e altre bestie, benché in bestia prima entran
quelli che tal cosa affermano. E certo se tale negromanzia fussi in essere, come dalli bassi ingegni è
creduto, nessuna cosa è sopra la terra che al danno e servizio dell'omo fussi di tanta valitudine: per-
ché se fussi vero che in tale arte si avessi potenzia di far turbare la tranquilla serenità dell'aria, con-
vertendo quella in notturn'aspetto, e far le corruscazioni e venti con ispaventevoli toni e folgori,
scorrenti in fra le tenebre, e con impetuosi venti ruinare li alti edifizi, e diradicare le selve, e con
quelle percotere li eserciti, e quelli rompendo e atterrando, e oltra di questo le dannose tempeste,
privando li cultori del premio delle lor fatiche, o! qual modo di guerra pò essere che con tanto dan-
no possa offendere il suo nemico, aver potestà di privarlo delle sue ricolte? qual battaglia marittima
pò essere che si assomigli a quella di colui che comanda alli venti, e fa le fortune ruvinose e som-
mergitrici di qualunche armata? Certo quel che comanda a tali impetuose potenzie sarà signore delli
popoli, e nessuno umano ingegno potrà resistere alle sue dannose forze: li occulti tesori e gemme
riposte nel corpo della terra, fieno a costu[i] tutti manifesti, nessun serrame o fortezze inespugnabili
saran quelle che salvar possino alcuno, sanza la voglia di tal negromante. Questo si farà portare per
l'aria dall'oriente all'occidente, e per tutti li oppositi aspetti dell'universo. Ma perché mi vo io più ol-
tre astendendo? quale è quella cosa che, per [t]ale artefice, far non si possa? quasi nessuna, eccetto
il levarsi la morte. Addunque è concluso, in parte, il danno e la utilità che in tale arte si contiene, es-
sendo vera. E s'ella è vera, perché non è restata infra li omini che tan[to la] desiderano, non avendo
riguardo a nessuna deità? E sol che infiniti ce n'è che per saddisfare a un suo appetito ruinerebbono
Iddio con tutto l'universo. E s'ella non è rimasta infra li omini, essendo a lui tanto necessaria, essa
non fu mai, né mai è per dovere essere, per la difinizion dello spirito, il quale è invisibile, incorpo-
reo, e dentro alli elementi non è cose incorporee, perché, dove non è corpo, è vacuo, e il vacuo non
si dà dentro alli elementi, perché subito sarebbe dall'elemento riempiuto.
4. D
ELLI SPIRITI. Abbiamo insin qui, dirieto a questa faccia, detto come la difinizion dello spirito è
«una potenzia congiunta al corpo, perché per se medesimo reggere non si può, né pigliare alcuna
sorte di moto locale». E se tu dirai che per sé si regga, questo essere non pò dentro alli elementi,
perché se lo spirito è quantità incorporea, questa tal quantità è detta vacuo, e il vacuo non si dà in
natura, e, dato che si dessi, subito sarebbe riempiuto dalla ruina di quello elemento, nel qual tal va-
cuo si generassi.
Adunque, per la difinizion del peso, che dice: «la gravità è una potenzia accidentale, creata dal-
l'uno elemento tirato o sospinto nell'altro», seguita che nessuno elemento non pesando nel medesi-
mo elemen[to], e' pesa nell'elemento superiore, ch'è più lieve di lui; come si vede la parte dell'acqua
non ha gravità o levità nell'altra acqua, ma se tu la tirerai nell'aria, allora ella acquisterà gravezza, e
se tu tirerai l'aria sotto l'acqua, allora l'acqua che si trova sopra tale aria acquista gravezza, la qual
gravezza per sé sostener non si pò; onde l'è necessario la ruina, e così cade infra l'acqua, in quel lo-
co ch'è vacuo d'essa acqua. Tale accaderebbe nello spirito, stando infra li elementi, che al continuo
genererebbe vacuo in quel tale elemento dove lui si trovassi, per la qual cosa li sarebbe necessario la
continua fuga inverso il cielo, insin che uscito fussi di tali elementi.
5. SE LO SPIRITO TIENE CORPO INFRA LI ELEMENTI. Abbiam provato, come lo spirito non può per sé
stare infra li elementi sanza corpo, né per sé si pò movere per moto volontario, se none allo in su,
ma al presente direno, come, pigliando corpo d'aria, che tale spirito è necessario che s'infonda infra
essa aria, perché, s'elli stessi unito, e' sarebbe separato, e cadrebbe alla generazion del vacuo, come
di sopra è detto. Addunque è necessario che, a volere restare infra l'aria, che esso s'infonda 'n una
quantità d'aria, e, se si mista coll'aria, elli seguita due inconvenienti, cioè, che elli levifica quella
quantità dell'aria dove esso si mista, per la qual cosa l'aria levificata per sé vola in alto, e non resta