egli si trovava solo con quei tre, era follia il competere, fece la gatta morta, e disse: «andiamo».
- Andiamo - soggiunse fra sè, - e vedremo se quei fratelli di jeri son tutti morti.
«Andiamo», disse il notajo, con un volto tutto grazioso: «fidatevi di me che vi voglio bene; e voi»,
continuò rivolto ai birri, «non lo stringete, è un buon figliuolo e mi preme; andiamo quietamente»,
disse ancora a Fermo, «non fate vista di nulla, non guardate né a destra né a sinistra, e nessuno s'
accorgerà di quello che è, e voi conserverete il vostro onore, nessuno potrà rinfacciarvi che siete
stato nelle mani della giustizia; e a momenti sarete in libertà».
Il fine di quella ammonizione era di persuader Fermo a lasciarsi condurre tranquillamente, ma
l'effetto ch'ella produsse invece fu di far sentire sempre più a Fermo, che si temeva di lui, e delle
circostanze, e di determinarlo ad approfittarne. Non si vuol dire per questo che Fermo fosse più
accorto del notajo: ohibò: ma è destino di quelli che vanno al disotto, ed hanno paura, che tutte le
parole ch'essi dicono per ajutarsi, dieno lume ed animo all'avversario.
Usciti nella via, Fermo tra i due birri, e il notajo dietro, Fermo cominciò tosto a gettare la testa a
destra e a sinistra, guardando con ansia se v'era da sperare ajuto. «Giudizio, giudizio», diceva il
notajo, a bassa voce, accostandosi a Fermo: «non vi fate scorgere, l'onore, figliuolo, l'onore». I birri
intanto affrettavano il passo tirando Fermo e ripetendo, «andiamo, andiamo». La via formicolava di
gente, e Fermo cercava di rallentare il passo per osservare quelli che andavano, e venivano, e per
udire se non si parlava più nulla delle cose del giorno antecedente, per accertarsi se la disposizione
degli animi era affatto mutata. Quando intese «forni, pane, Ferrer, giustizia, abbondanza», e vide
una brigata di otto o dieci che gli veniva incontro, e che i birri volevano schifare, portandosi nel
mezzo della strada, alzò la voce e scotendo le braccia e il capo gridò: «Ohe! fratelli! mi menano su;
e non ho fatto niente: solo perché jeri ho gridato: pane e abbondanza: non mi abbandonate, fratelli:
patisco per la patria: son legato; ad uno per volta vi faranno la stessa festa: fratelli, date uno
scappellotto a costoro che mi stringono le mani: ahi! ahi! sono un galantuomo, non ho fatto niente
di male».
La brigata si fermò sulla via, ma i birri stringendo pur Fermo, lo strascinavano nel mezzo, e
affrettavano il passo: la brigata allora si volse, e si divise, altri a fianco, altri dietro guardando pure
e ascoltando: quegli che erano sparsi nella via accorrevano, e si faceva folla. Il notajo tutto
tremante, cercava di rimandare quegli che gli si avvicinavano, dicendo: «è un malandrino, un ladro
colto sul mestiere, che svaligiava la casa d'un pover uomo». Ma intanto tutti quelli che venivano
dalla parte ove il corteggio doveva passare, accorrevano, e si fermavano, di modo che la via si trovò
sbarrata. Fermo predicava tuttavia, domandando misericordia: i birri sul principio comandarono,
poi chiesero, poi pregarono i sopravvegnenti che dessero il passo: ma i più lontani cominciarono a
mormorare, quindi a fremere, quindi ad urlare: i più vicini, parte per buona volontà, parte spinti,
urtavano i birri, i quali dopo aver fatto indarno ogni sforzo per tenersi insieme, e per non lasciare la
preda, furono separati dalla folla, dovettero abbandonare i manichini, e non cercarono più che a
perdersi nella moltitudine per uscirne salvi.
«Bravi fratelli», gridava Fermo: «saldi, ancora un momento, ahi! strappateli, fate che mi lascino,
siamo fratelli».
Il notajo veduta la mala parata, si fermò, e poi si volse indietro, per uscire da quella parte dove il
concorso era ancor rado, cercando intanto di far l'indiano, e componendo il volto ad una certa
curiosità, e maraviglia sciocca, come s'egli giungesse ivi a caso, e non c'entrasse per nulla. Ma
l'abito lo tradiva, e smentiva il volto; per meglio nascondersi si volse egli ad uno dei molti che lo
guardavano fiso, e disse: «che cosa è questa faccenda?»