fisica, la quale non è punto da spregiare, e se ne argomenta ne' suoi inventori una singolare
penetrativa. Questa teoria è un gran progresso nella scienza. I primi filosofi fisici, cercando di
spiegare l'universo e l'origine della natura, avevan fatto venir tutto da un principio unico: Talete
dall'acqua, Anassimene dall'aria, Eraclito dal fuoco. Altri, come Senofane, ammettevano due
principj, la terra e l'acqua. Eraclito pone i quattro elementi. Queste spiegazioni primitive, le quali,
con tutta la loro apparente ingenuità eran già grandi intuiti della natura, furono di gran lunga
superate da Leucippo e da Democrito. Questi due grandi fisici, estendendo i limiti della scienza
antica, per via di profondi ragionamenti, riconobbero che questi pretesi elementi semplici sono
corpi composti, e che questi corpi, risalendo fino ai loro primi principj, sono formati di particole
che non è più possibile dividere, che sono insecabili àtomos. Questa teorica non è abbandonata, e la
scienza moderna si fonda ancora su questa ipotesi30.
Tuttavia i nostri fisici, mentre riconoscono la perfetta chiarezza di questa teorica molecolare,
chiarezza, che, a lor detto, non fu mai superata, pretendono che gli atomisti hanno veduto solo un
lato delle cose, che hanno ammesso nella natura delle combinazioni meccaniche senza più, vale a
dire svariati aggregati di atomi che formano gli esser diversi come gli aggregati di lettere formano
le parole31, ma che questi filosofi antichi son lontani le mille miglia dall'idea di una vera
combinazione chimica. Fatte queste riserve, è forza convenire, che il sistema atomico, assai preciso
sopra certi punti, meno esplicito sopra altri, somiglia molto alle nostre teoriche molecolari. Queste
antiche ipotesi ritengono tutto il loro pregio. Sono incomplete, non hanno previsto nè abbracciato
tutto, non danno all'atomo tutte le virtù, nè tutte le evoluzioni che per noi si attribuiscono alle
molecole, ma non sono rifiutate dalla scienza con temporanea. Di che certi versi di Lucrezio che
inchiudono i principj più generali del sistema, potrebbero ancora porsi per epigrafe ai nostri libri di
fisica e di chimica. Quando il poeta dice "I principj che formano il cielo, il mare e la terra, i fiumi
ed il sole, sono i medesimi, che misti ad altri o trasportati in altre combinazioni, hanno formato i
frutti della terra, gli alberi, gli animali"
Namque eadem clum, mare, terras, flumina, solem
Constituunt, eadem fruges, arbusta, animantes,
Verum aliis, alioque modo commixta moventur (I, 820).
questi versi si applicano precisamente ai così detti corpi semplici, ai così detti elementi
indecomponibili, e un chimico dei nostri giorni potrebbe porli a capo del suo trattato32.
Oltre queste ipotesi profonde, si posson raccogliere qua e la nell'atomismo molte verità fisiche,
che noi non vogliamo annoverare, ma delle quali è uopo dare qualche esempio. Lucrezio riconosce
che lo spazio è infinito. Vuolsi notare altresì che gli epicurei, i quali erano astronomi da poco e che
anche si piccavano di spregiare l'astronomia, erano pure in forza del semplice raziocinio arrivati a
pensare che lo spazio infinito è popolato di mondi. Metrodoro diceva: "Pretendere che non vi sia
che un mondo solo, nell'infinito, sarebbe non meno assurdo che il pensare che un vasto campo è
fatto per produrre una sola spiga di grano33." Mentre Pitagora, Platone, Aristotile credevano non vi
fosse che il nostro sistema, la terra, il sole, i pianeti e le stelle, gli epicurei credevano che al di là vi
fossero altri sistemi di egual natura, e secondo loro, la somma di tutti questi sistemi compone quel
ch'essi chiamano il gran Tutto, omne immensum. Se uno spazio infinito, dice Lucrezio, si estende
per ogni verso, se principj creatori della materia in numero infinito si muovono ab eterno in quelle
pianure incommensurabili, in che maniera avrebbero prodotto solo la nostra terra, e il nostro