seguita i levrieri, e ridendo simile a chi dell'orto fughi gli stornelli; salùtati con gli occhi e con la
bocca aperta, e vienti persino con le mani e col ceffo in suso el viso, e comincia mille istorie; né sa
ristare di biasimarti quella e quell'altra, e mai finisce quella predica sua, che così disse e così fece,
ed eravi il tale, sopragiunse, partissi, tornò, ed io a lei, e poi lui...; e in una novella ti racconta la vita
e gesti di tutti i suoi passati, né da lei t'è licito partire se non quando l'arai bene stracca di domandare
commiato. E se da te pure ella convinta forse ragiona a' tuoi propositi, maligna femmina, subito o ti
richiede di mille cose, o comincia a dolersi di te, non dico sanza ragione solo, ma certo sanza
misura.
Così posso non fare ch'io non ti nieghi che in femmina alcuna a te siano piaceri non puerili e poco
degni. E sopra gli altri mi spiace chi lascia le sue altre maggiori faccende per starsi in ciancie
contemplando le bellezze d'una femmina linguacciuta e male avvenente. Mira che in donna troverai
parte alcuna, se non forse el viso, non bruttissima e laidissima. E la più in quello vagheggiata parte,
gli occhi pur sono al continuo frolli e maccaticci, e 'l fronte e le guance lentigginose; i denti,
miracolo che in femmina si veggano se non di colore di pettine d'avorio molto vecchio e ben sucido.
E sempre gli vedrai l'unghie mal nette, né so quale cagione troppo brutte acolorate. Vergognomi
seguire l'altre parti più ascose e più inoneste e oscene; a quali considerando troppo mi maraviglio,
quando tu, Paulo mio, uomo civilissimo e pulitissimo, incontri uno altro amante penoso e mesto, tu
non subito rida delle sue inezie, o piuttosto prorumpa in lacrime, mosso a compassione di lui e di te
stesso, che sì viviate subietti a una vilissima e sporcissima femmina, e lei seguiate con sì pronta
fede, e servendo a lei abbiate dedicato ogni vostro pensiero, opera e ingegno. Esco in pruova di
questa materia, in quale te lascio ripensare, e pensando te stessi infastidire. Io netto dilibero uscirne,
per non mi stendere in quello, per quale io, volendo al tutto nulla trattarne, in tutte mie di sopra a te
scritte lettere questa intera materia volentieri e in pruova tacea. Ora, quanto m'è suto tedio averne
fatto parola, tanto mi sarà sollazzo e gaudio queste lettere a te giovino, quanto stimo non poco
gioveranno, ché già debbi apertissimo scorgere quanto in te amando sieno copie di acerbissime cure
e gravissime molestie; piaceri veri niuno, non in tutto a te e a ciascuno studioso indegni e non
convenienti.
Ora seguita veggiamo se questa, quale tu tanto ami, per altri suoi meriti così forse era da te non
indegna d'essere amata. Dicono a chi te ama debbi pari, quanto in te sia, rendere fede e benevolenza.
Se tu da costei te conosci essere amato, non ti storrò da questo dovuto officio di amare chi ami te.
Ma come farai tu me certo che ella te non molto abbia in odio e a vile? «Oh, ella mi guardò». Gran
male fu, se tu non guardavi lei, ella guardassi te; né fu meno da biasimarla, se ella, guardando gli
altri, ancora guardò te. «Ella mi sorrise». Non dirò gli paresti ridiculo e da così riderti, ché sempre
fusti e a tutti paresti grave e maturissimo. Ma ella così leggiere sorrise per parerti più bella, per più
farsi richiedere; ché dicono che ridendo più paiono vezzose. «Ella mi salutò e strinsemi la mano, e
mi soppresse il piede con duoi suoi piedi». Ehi, Paulo mio poco prudente, se tu non conosci questi
tutti essere segni più tosto di chi voglia infiammarti e molto da te essere amata, che di chi vero te
ami? E certo troverai le femmine usare queste carezze e moine molto più quando temeranno non
rimanere da' suoi amanti interlassate e meno che l'usato servite, che quando vorranno gratificarti;
ché già in quella età elle non hanno a imparare dove, altrove che in questo così frascheggiare, sia il
tuo pieno e ardente desiderio. E pur ch'ella voglia, Paulo mio, quando una femmina vuole, per
guardia e paura che la ritardi, mai però li mancherà luogo e tempo a satisfarti, e in quel modo
mostrarti più che in cenni e atti vero amarti. E quando pur ti piacessi così credere, questi guardi, risi
e gesti siano in altri veri indizi di benivolenza e amore, voglio non però dubiti, se ella vero amassi,
per non mostrarsi a te amando suggetta, quale te ella reputa e scorge a sé dato e suggetto, certo mai
così darebbe palesi e tali segni del suo amore. Ché già per pruova conosce ciascuna femmina
questo, che in una andata alla chiesa potrà a casa ritornare con due dozzine di nuovi amanti. Così
siamo noi uomini stolti o troppo liberali a credere loro e ad amarle, che subito, guardati da una,
speriamo insino a casa ci mandi le chiavi dell'uscio da via e quelle da mezza scala. Poco prudenti, se
non cognosciamo quanto ciascuna femmina dal dì che ella nasce, così giura essere impudica, vana, e
mai più dire vero o bene osservare voto o giuramento che ella poi faccia in vita, sempre ogni cosa
dissimulare, e a tutti mostrare el contrario di quello che ella senta o voglia.
Non dubitare che sia impossibile, non dirò vedere, ma né fingere, che femmina si truovi alcuna
continente o casta. Siati ottimo qui argumento, che mai femmina vive sì religiosa, né mai sì sazia de'